Siamo stati molto lieti di avervi avuto con noi!
Per prima cosa abbiamo osservato insieme, con cura, La condizione umana di René Magritte, nella versione del 1933. Abbiamo riflettuto sulla presenza del quadro nel quadro, con il fianco chiaro della tela a segnare, idealmente, un limite tra la rappresentazione della realtà e la realtà rappresentata, un confine visibile. Ci siamo interrogati su questa dinamica e su questa dialettica, senza negare la possibilità che, oltre la bellezza della scena, potesse nascondersi qualcosa di terribile o misterioso. Siamo arrivati a chiederci che cosa avremmo scoperto se avessimo avuto la possibilità di scivolare nella Condizione umana e, come in un gioco di specchi, spostare la tela, per guardare, oltre il quadro, nel riquadro della finestra. Sempre che di una finestra si trattasse, e non di un trompe-l’oeil, come è stato suggerito nella nostra chat…
All’insegna della scoperta, abbiamo guardato per due volte, con attenzione, un minuto e mezzo da La grande bellezza, il film di Paolo Sorrentino del 2013. In particolare, ci siamo concentrati sulla scena in cui l’attore Toni Servillo, che interpreta Jep Gambardella, racconta fuori campo:
«La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto sessantacinque anni, è che non posso più perdere tempo a fare le cose che non mi va di fare. Quando sono arrivato a Roma, a ventisei anni, sono precipitato abbastanza presto, quasi senza rendermene conto, in quello che si potrebbe definire “il vortice della mondanità”. Ma io non volevo essere semplicemente un mondano. Volevo diventare il re dei mondani, e ci sono riuscito. Io non volevo solo partecipare alle feste. Volevo avere il potere di farle fallire».
Le prime sette parole di questo monologo fuori campo sono servite da stimolo per l’esercizio di scrittura, che aveva, per l’appunto, come titolo: «La più consistente scoperta che ho fatto».
Con la stessa concisione di La grande bellezza, con lo stesso passo filosofico ma anche con un pizzico di ironia, non senza metafore visive e artistiche, abbiamo condiviso alcuni testi sulle più consistenti scoperte che abbiamo fatto.
Abbiamo concluso tirando le fila sull’esperienza della Medicina narrativa, alla luce della «scoperta», per l’appunto, che ne ha fatto una nuova partecipante, e ci siamo dati appuntamenti al prossimo laboratorio, che si svolgerà il primo sabato di dicembre.
Chiunque abbia partecipato, può condividere il proprio scritto alla fine della pagina (“Leave a Reply”). Attraverso questo forum speriamo di creare uno spazio per continuare la nostra conversazione!
Stiamo raccogliendo impressioni e breve feedback sui nostri laboratori di medicina narrativa su Zoom!
Questo breve questionario (anonimo, e aperto a chiunque abbia frequentato almeno un laboratorio) è molto importante per noi, e ci permetterà di elaborare sul valore dei nostri laboratori e sul ruolo dello spazio per riflettere e metabolizzare il momento presente. Vi preghiamo quindi di condividere le nostre riflessioni con noi!

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