El venado herido, 1946, por Frida Kahlo Óleo sobre fibra dura 22,4 x 30 cm. Colección de Carolyn Farb Houston, Texas, EE.UU.
Para la escritura escogimos “Escribe acerca de una herida.”
Se alienta a las/los participantes a compartir lo que escribieron a continuación (“Deja una respuesta”), para mantener la conversación aquí, teniendo en cuenta que el blog, por supuesto, es un espacio público donde no se garantiza la confidencialidad.
Por favor, únase a nosotros para nuestra próxima sesión en español: Sábado, 6 de marzo 2021 a las 13:00, con otras sesiones adicionales en otros idiomas (inglés, italiano, griego y polaco) en nuestra página de sesiones grupales virtuales en vivo.
Abbiamo letto insieme la poesia “Io è tanti” di Chandra Livia Candiani (allegato al termine di questa pagina)
In seguito, abbiamo usato il prompt “Io è…”.
Condivideremo ulteriori dettagli della sessione nei prossimi giorni; vi invitiamo a rivisitare questa pagina nei prossimi giorni!
Invitiamo i partecipanti del laboratorio a condividere i propri scritti nella parte “blog” dedicata alla fine della presente pagina (“Leave a Reply”). Speriamo di creare, attraverso questo forum di condivisione, uno spazio in cui continuare la nostra conversazione!
Stiamo raccogliendo impressioni e breve feedback sui nostri laboratori di medicina narrativa su Zoom!
Questo breve questionario (anonimo, e aperto a chiunque abbia frequentato almeno un laboratorio) è molto importante per noi, e ci permetterà di elaborare sul valore dei nostri laboratori e sul ruolo dello spazio per riflettere e metabolizzare il momento presente. Vi preghiamo quindi di condividere le nostre riflessioni con noi!
“Io è tanti” di Chandra Livia Candiani
Io è tanti
e c’è chi crolla
e chi veglia
chi innaffia i fiori
e chi beve troppo
chi dà sepoltura
e chi ruggisce.
C’è un bambino estirpato
e una danzatrice infaticabile
c’è massacro
e ci sono ossa
che tornano luce.
Qualcuno spezzetta immagini
in un mortaio,
una sarta cuce
un petto nuovo
ampio
che accolga la notte,
il piombo.
Ci sono parole ossute
e una via del senso
e una deriva,
c’è un postino sotto gli alberi,
riposa
e c’è la ragione che conta
i respiri
e non bastano
a fare tempio.
C’è il macellaio
e c’è un bambino disossato
c’è il coglitore
di belle nuvole
e lo scolaro
che nomina e non tocca,
c’è il dormiente
e l’insonne che lo sveglia
a scossoni
con furore
di belva giovane
affamata di sembianze.
Ci sono tutti i tu
amati e quelli spintonati via
ci sono i noi cuciti
di lacrime e di labbra
riconoscenti. Ci sono
inchini a braccia spalancate
e maledizioni bestemmiate
in faccia al mondo.
Ci sono tutti, tutti quanti,
non in fila, e nemmeno
in cerchio,
ma mescolati come farina e acqua
nel gesto caldo
che fa il pane:
io è un abbraccio.